Federico Morlacchi
Campione di nuoto paralimpico
Campione di nuoto paralimpico, testimonial e autore
” Immaginare la mia vita senza nuoto è impossibile. Avrei troppo tempo libero”
“I miei sogni sono le mie ali”
E forse nulla descrive meglio di questa frase Federico Morlacchi, atleta di punta della nazionale italiana paralimpica di nuoto, tesserato con la Polha Varese sin dal 2002.
Nato a Luino, classe 1993, Federico veste per la prima volta la maglia azzurra nella nazionale maggiore nel 2009, e comincia a collezionare medaglie già ai Campionati europei IPC di Reykjavik, dove vince due bronzi, e ai Campionati europei IPC di Berlino, dove sale sul secondo gradino del podio conquistando una medaglia d’argento. Nel 2010, grazie a un invito personale della LEN, si guadagna un ottimo terzo posto nei 100 farfalla agli Europei in vasca corta a Eindhoven, ma è nel 2012 che la sua carriera ha una svolta importante, quando viene convocato per le Paralimpiadi di Londra, evento da cui torna dopo aver conquistato tre medaglie di bronzo.
Federico successivamente tra il 2013 e il 2014 partecipa a mondiali ed europei laureandosi Campione d’Europa e del Mondo con ben 8 medaglie, di cui 6 d’oro. E nuotando per la prima volta sotto il muro del minuto , Nell’aprile del 2015, al Meeting Internazionale di Berlino, infrange la barriera dei 59 secondi nella specialità 100 farfalla, stabilendo così il nuovo record del mondo di categoria. Tre mesi più tardi, ai Campionati Mondiali di Glasgow, si riconferma campione del mondo conquistando una medaglia d’oro e tre argenti; e a maggio del 2016, vive da grande protagonista gli Europei di Funchal in Portogallo, dove conquista ben 7 medaglie, di cui 5 d’oro.
Ma il 2016 è anche l’anno delle sue seconde Paralimpiadi: siamo in Brasile, a Rio de Janeiro ed è proprio Federico a regalare il primo oro all’Italia nei 200 m misti. Ma è solo l’inizio: Federico tornerà in Italia dopo aver conquistato anche tre argenti: nei 100 m farfalla, 100 m rana e nei 400 m stile libero. Non mancano le conferme anche negli anni successivi: una pioggia di medaglie -2 ori, 3 argenti e 2 bronzi- conquistate agli Europei di Città del Messico nel 2017, e altre 6 -4 ori e 2 bronzi- durante i Mondiali di Dublino del 2018,
seguiti dai fantastici mondiali di Londra in cui la nazionale si laurea prima nazione al mondo, Federico vince 2 ori e 2 argenti. Al momento si sta preparando per le Paralimpiadi di Tokyo 2020.
Federico oltre alla sua attività di sportivo si dedica nel suo tempo libero a raccontare la sua esperienze ad aziende e studente per cercare di aiutarli ad affrontare al meglio il cambiamento e nuove sfide.
LIBRI
“Nato per l’acqua”
Federico Morlacchi si racconta a Davide Di Giuseppe
Il romanzo autobiografico di un grande del nuoto paralimpico italiano: una storia di raro coraggio e straordinaria determinazione
Rio 2016: con un oro e tre argenti olimpici, Federico Morlacchi raggiunge la vetta del nuoto paralimpico mondiale. Dopo aver conquistato i Mondiali di Montreal nel 2013, dove realizza anche il record del mondo nei 100 Delfino, abbattendo il muro del minuto con il tempo di 59”63, il giovane nuotatore fa incetta di ori agli Europei di Eindhoven nel 2014 e a quelli di Funchal nel 2016. A soli ventitré anni, si può considerare a pieno titolo uno dei più grandi nuotatori italiani.
La sua, tuttavia, non è solo una storia di successo e di gloria. Federico nasce con un’ipoplasia congenita alla gamba sinistra, cui aggiunge nei primissimi mesi di vita altri gravi problemi di salute. Superata una miriade di difficoltà, trascorre serenamente la sua infanzia, finché non scopre, quasi per caso, la grande passione della sua vita: il nuoto. Malgrado un talento eccezionale e un’attitudine straordinaria alla competizione, deve affrontare molti ostacoli insidiosi lungo il suo cammino, deve confrontarsi con avversari straordinari e, soprattutto, con i suoi stessi limiti e le sue paure, fino a conquistare i traguardi più ambiziosi.
Il libro non si limita a celebrare un campione: narra la vicenda di un bambino che non si lascia abbattere dalla sventura e che, al contrario, utilizza il suo handicap come un trampolino verso la sfida più grande, quella di diventare un uomo.