Ambiti Principali:
- Concetto di squadra
- Teambuilding
- Teamworking
- Importanza della fiducia reciproca
- Raggiungimento degli obiettivi
- Vivere e realizzare i propri sogni
Profilo Professionale:
Chi sono? Beh è sempre difficile cercare di spiegare a parole la complessa personalità di ognuno di noi per capire davvero come e chi siamo fino in fondo.
Posso dire che voi mi conoscete già per come mi conosco io, mi vedete per come sono avendomi vissuto e vivendomi tutt’ora nella mia carriera.
Nato nell’anno 1961 sotto il segno del Capricorno fin da piccolissimo ho avuto le idee ben chiare e precise sulla mia vita, avido di conoscere e conseguire quello che oggi è il mio modo di vivere: il ciclismo.
Si, perchè per me non è solo una passione, uno sport, un lavoro; è tutto. E’ parte integrante di ogni mio istante.
Quel sabato del 1968 alla vittoria di Adorni capii limpidamente ciò che volevo fare.
Di certo non mi sarei mai immaginato di poter ricoprire in futuro il ruolo del CT della Nazionale, anzi se qualcuno me lo avesse anche solo accennato mi sarei messo a ridere; considerando soprattutto che in quegli anni pensare di poter vivere della tua passione era visto come un’utopia.
All’età di nove anni chiesi ai miei genitori di regalarmi una bicicletta, la risposta inappellabile di mio padre fu: “Sei troppo piccolo Davide” e quella di mia madre: “Se il babbo ha detto così, non si discute”.
Eh certo, ma io da bravo bambino testardo lo richiesi a dieci anni, a undici, dodici, finchè al mio tredicesimo compleanno dovettero cedere ed io, tronfio di aver conquistato il mio primo sogno, andai subito in cima ai 3 Monti.
La sensazione che provai fu come ricevere in regalo il calore, la sicurezza, l’amore, la gioia di tutti gli abbracci delle mamme del mondo per i propri figli, in un solo istante. Sembra un po eccessivo magari, ma chi è innamorato come me della bicicletta sa di cosa parlo.
Questa sensazione ritornava ogni volta che gareggiavo, alla prima vittoria del Solarese nel ’77 o nel 1987 in azzurro ai mondiali.
La maglia azzurra è una cosa straordinaria, anche mio padre era talmente fiero di me che la radio CB del suo camion si chiamava “Davide Azzurro”.
Ho sempre dedicato anima, mente e corpo al ciclismo e devo dire che me lo sono guadagnato con tanta fatica e sudore e non con poche preoccupazioni; spesso e volentieri prima di ogni gara avevo degli incubi terribili, palazzi, case che ad un certo punto mi crollavano addosso e Dio solo sa quanto abbia turbato le notti dei miei compagni di stanza.
Crescendo e andando avanti nella carriera questi incubi sono diminuiti piano piano finchè un giorno, nell’apice della mia carriera, quel maledetto incidente cambiò i miei progetti.
Era il 1996 quando venni investito da un’automobile mettendo fine alla mia carriera da corridore, per un attimo sentii che il mondo mi franò addosso proprio come i miei incubi.
Le nove convocazioni alla maglia azzurra mi hanno portato all’opportunità di lavorare con una squadra meravigliosa rimanendo nel campo della mia passione, facendo un lavoro che mi gratificava e mi riusciva. Quale miglior fortuna?
Devo dire però a posteriori, che è stata anche una benedizione perchè mi ha fatto capire che dovevo cambiare strada, che quello era il momento giusto per rivedere i miei piani e fu così che mi offrirono l’opportunità di fare il commentatore in Rai delle gare ciclistiche.
Poi arriviamo al 28 dicembre 2013, la chiamata per il CT nazionale.
Non ci sono parole per descrivere la gioia che provai, non ci ho pensato mezzo secondo alla risposta, anche perchè penso che la vita sia straordinaria, magnifica e dentro di te senti quando una chiamata, una proposta può essere quella giusta o no; non devi fare le valutazioni in base ai compensi che prendi ma quello che il tuo cuore e la tua anima ti suggerisce perchè ai sogni non si può dire di no.
L’ufficialità arriva il 4 gennaio 2014 a casa del mio secondo babbo Alfredo Martini, proprio il giorno del compleannno del mio vero babbo, a pochi mesi dalla sua scomparsa.
Il ciclismo è uno sport dove prevalgono rispetto, onestà e generosità; è fatto di tanti “poco” che arrivano al “tanto”, è costruito su costanza e dedizione, esiste perchè sorretto da persone e personalità.
La mia intenzione con la Nazionale è di fare del mio meglio, attraverso la mia esperienza di corridore e studiando, curiosando in tutte quegli aspetti che ancora non conosco bene, per portare i ragazzi al top del loro valore.
Ho cominciato a praticare ciclismo a 15 anni. Dopo essermi diplomato ragioniere passo professionista nel 1982.
15 anni: 12 giri d’Italia, 9 tour de France 9 campionati del mondo 27 vittorie totali tra cui 2 tappe al Giro.
Un incidente il 13 febbraio 1996 pone fine alla mia carriera ma mi permette di cominciarne un’altra da commentatore tecnico in RAI.
Per 18 anni ho commentato tutte le corse più importanti comprese le Olimpiadi.
A gennaio del 2014 divento CT della nazionale di ciclismo professionisti